L'EROSIONE della spiaggia di Fornaci e Zinola si contrasterà
con sei pennelli (scogliere) di 20 metri ciascuna,
posizionate a circa 200 metri l'una dall'altra a partire da
via Cimarosa fino a Zinola.
E' questo che ha deciso il Comune incontrando ieri mattina
l'Autorità portuale. E' stato un incontro tecnico per fare
il punto sul progetto che l'ex Ente porto e l'Associazione
bagni marini portano avanti da qualche anno sulla base di
un'emergenza evidente e non più rinviabile. Il progetto è
basato su uno studio dell'università di Padova che ha
sentenziato: l'erosione si può contrastare solo con una
serie di moletti che impediscano alle correnti marine
l'effetto "rosicchiamento" di oggi.
L'incontro di ieri era però delicato perché in Comune da
qualche giorno c'è un secondo studio universitario (di
Genova) che boccia quello dell'ateneo di Padova e suggerisce
una soluzione opposta: non nuovi moli ma eliminare l'unico
già esistente, quello alla foce del Letimbro sponda destra
(dove c'è la pizzeria "Green").
C'era il rischio, insomma, che nella guerra di soluzioni
possibili, Comune e Autorità portuale non trovassero un
accordo e si perdesse altro tempo prezioso. Ma così non è
stato. Il sindaco Federico Berruti ha infatti dato mandato
all'Autorità portuale di «attivare al più presto l'iter
amministrativo e burocratico per dare corso al progetto dei
pennelli». E poi ha aggiunto: «Non sono un tecnico, non ho
motivo né gli strumenti per giudicare questo progetto che è
stato commissionato da tempo e sviscerato a dovere. Se
l'Autorità portuale lo ha presentato, con l'accordo dei
bagni marini, significa che porterà benefici e quindi come
Amministrazione abbiamo tutto l'interesse a spingerlo e
velocizzarlo».
E lo studio genovese che boccia i pennelli? «Ne ho sentito
parlare ma studi credo se ne potrebbero fare tanti, e con
soluzioni diverse - replica Berruti - qui si tratta di agire
prima possibile con un intervento che risolva questa
emergenza. Vogliamo procedere al più presto tenendo conto
che un'opera così, sull'arenile, necessita di un iter
complesso».
In soldoni se tutto filerà liscio le Fornaci e Zinola
vedranno i pennelli nell'estate 2008. Per la prossima non
c'è tempo. In compenso, visto che l'erosione cacalva, sempre
ieri è stato deciso di provvedere entro la primavera 2007 ad
un maxi ripascimento delle Fornaci utilizzando la sabbia che
la ditta Meraviglia estrarrà dal cantiere di via Cimarosa
proprio li dietro (ex centrale).
«La sabbia che verrà ricavata per lo scavo dei box - spiega
l'assessore ai lavori pubblici Livio Di Tullio - l'andremo a
spalmare nei tratti di spiaggia più a rischio, e così
cercheremo di tamponare una ferita ogni anno più grave».
Questo innesto di materiale esterno sarà di circa 15 mila
metri cubi che comunque non sono molti se mal gestiti. «In
passato sono stati fatti ripascimenti con 20 mila metri cubi
che il mare ha impiegato poche giornate a portare via quasi
del tutto», ricordano alcuni titolari di stabilimenti delle
Fornaci. Come dire: il ripascimento di per se non basta,
bisogna farlo con un criterio, è quasi un'arte che non si
improvvisa.
In generale, comunque, proprio dai bagni marini è già
arrivato un plauso e un incoraggiamento a Comune e Autorità
Portuale rispetto ai futuri pennelli.
«Noi siamo assolutamente favorevoli a questo progetto - dice
Mimmo Pallone, titolare dei Bagni Arci di via Cimarosa,
quindi tra i più colpiti dal fenomeno erosivo, e membro del
direttivo dell'associazione Bagni marini - La nostra
associazione aveva finanziato uno studio che considerava i
pennelli la soluzione più efficace per garantire la
spiaggia. L'altra sera abbiamo fatto un incontro ribadendo
il nostro accordo. A chi si preoccupa dell'impatto
ambientale rispondiamo che i pennelli saranno lunghi venti
metri scarsi, quindi ben poco, e distanziati tra di loro
circa 200 metri. Significa che cambierà pochissimo alla
vista, mentre in concreto il mare troverà un freno al
"furto" di sabbia. La corrente di libeccio che oggi in poche
ore rosicchia metri e metri di spiaggia, domani verrà
interrotta dai moli e quindi avrà un effetto meno dannoso.
Si calcola che alla fine si potrebbe guadagnare un 8-10
metri di arenile».
Durante l'incontro dell'altra sera, in realtà, è emersa una
proposta ancora più radicale pro-pennelli. «Oltre che i sei
previsti (tre alle Fornaci e tre in via Nizza), e oltre al
previsto rinforzo del molo di via Cimarosa, ho proposto di
posare un settimo pennello - conclude il titolare degli
Arci, Pallone - andrà posizionato alla Foce ma verso
levante, dall'altra parte di quello che c'è già. Sarebbe la
normale chiusura del Letimbro, da nessun'altra parte un
fiume sfocia con una barriera solo da un lato. E' questo che
fa sì che a ponente la spiaggia sia sempre meno ricca a
differenza del Prolungamento dove si allunga ogni anno. Con
un pennello in più l'equilibrio verrebbe ristabilito e i
sedimenti del fiume andrebbero a distribuirsi in modo equo.
Sembra una soluzione contro i bagni di corso Colombo ma non
lo è. Infatti dopo il mio intervento sono venuti a
stringermi la mano pure loro».
Dario Freccero
Le
scogliere saranno "mini" |
il
progetto |
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Sei in tutto da via Cimarosa a Zinola.
Tre con carattere "prioritario": quelle
più vicine alla Foce. Le altre tre a
seguire. La prima in ordine d'altezza
dovrà nascere tra i bagni Marinella e
Torino; la seconda tra gli Olimpia e i
Colombo; la terza nel pieno della
spiaggia libera di via Nizza. Le altre
tre oltre via Nizza nei punti di arenile
più ferito, anch'esse con distanza di
circa 200 metri l'una dall'altra. «E'
sbagliato spaventarsi per queste
scogliere che in definitiva saranno
"mini" - dice l'Associazione bagni
marini di Savona e Vado - Il contributo
che possono dare al nostro arenile, e
quindi al turismo e ai bagnanti, è
fondamentale. Sono già state testate in
tante località balneari con
caratteristiche simili alle nostre e
dovunque hanno portato benefici». «Non è
vero che creano l'effetto di acqua
stagnante che qualcuno ipotizza -
prosegue - la ridotta dimensione, e la
distanza tra l'una e l'altra, sono tali
che non c'è pericolo di non far
circolare l'acqua. C'è anche qualcuno
che teme perderemo la bandiera Blu per
la qualità del mare: lo studio
dell'università ha escluso anche questo.
E comunque se ci teniamo così tanto a
questo primato sarebbe il caso di
promuoverlo a livello turistico ben di
più di quanto fatto sinora».
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