Sei moli per salvare la spiaggia IL SECOLOXIX
accordo Comune-autorità portuale
Uno ogni duecento metri, da via Cimarosa a Zinola. I Bagni marini: «Iniziativa importante»
 
L'EROSIONE della spiaggia di Fornaci e Zinola si contrasterà con sei pennelli (scogliere) di 20 metri ciascuna, posizionate a circa 200 metri l'una dall'altra a partire da via Cimarosa fino a Zinola.
E' questo che ha deciso il Comune incontrando ieri mattina l'Autorità portuale. E' stato un incontro tecnico per fare il punto sul progetto che l'ex Ente porto e l'Associazione bagni marini portano avanti da qualche anno sulla base di un'emergenza evidente e non più rinviabile. Il progetto è basato su uno studio dell'università di Padova che ha sentenziato: l'erosione si può contrastare solo con una serie di moletti che impediscano alle correnti marine l'effetto "rosicchiamento" di oggi.
L'incontro di ieri era però delicato perché in Comune da qualche giorno c'è un secondo studio universitario (di Genova) che boccia quello dell'ateneo di Padova e suggerisce una soluzione opposta: non nuovi moli ma eliminare l'unico già esistente, quello alla foce del Letimbro sponda destra (dove c'è la pizzeria "Green").
C'era il rischio, insomma, che nella guerra di soluzioni possibili, Comune e Autorità portuale non trovassero un accordo e si perdesse altro tempo prezioso. Ma così non è stato. Il sindaco Federico Berruti ha infatti dato mandato all'Autorità portuale di «attivare al più presto l'iter amministrativo e burocratico per dare corso al progetto dei pennelli». E poi ha aggiunto: «Non sono un tecnico, non ho motivo né gli strumenti per giudicare questo progetto che è stato commissionato da tempo e sviscerato a dovere. Se l'Autorità portuale lo ha presentato, con l'accordo dei bagni marini, significa che porterà benefici e quindi come Amministrazione abbiamo tutto l'interesse a spingerlo e velocizzarlo».
E lo studio genovese che boccia i pennelli? «Ne ho sentito parlare ma studi credo se ne potrebbero fare tanti, e con soluzioni diverse - replica Berruti - qui si tratta di agire prima possibile con un intervento che risolva questa emergenza. Vogliamo procedere al più presto tenendo conto che un'opera così, sull'arenile, necessita di un iter complesso».
In soldoni se tutto filerà liscio le Fornaci e Zinola vedranno i pennelli nell'estate 2008. Per la prossima non c'è tempo. In compenso, visto che l'erosione cacalva, sempre ieri è stato deciso di provvedere entro la primavera 2007 ad un maxi ripascimento delle Fornaci utilizzando la sabbia che la ditta Meraviglia estrarrà dal cantiere di via Cimarosa proprio li dietro (ex centrale).
«La sabbia che verrà ricavata per lo scavo dei box - spiega l'assessore ai lavori pubblici Livio Di Tullio - l'andremo a spalmare nei tratti di spiaggia più a rischio, e così cercheremo di tamponare una ferita ogni anno più grave».
Questo innesto di materiale esterno sarà di circa 15 mila metri cubi che comunque non sono molti se mal gestiti. «In passato sono stati fatti ripascimenti con 20 mila metri cubi che il mare ha impiegato poche giornate a portare via quasi del tutto», ricordano alcuni titolari di stabilimenti delle Fornaci. Come dire: il ripascimento di per se non basta, bisogna farlo con un criterio, è quasi un'arte che non si improvvisa.
In generale, comunque, proprio dai bagni marini è già arrivato un plauso e un incoraggiamento a Comune e Autorità Portuale rispetto ai futuri pennelli.
«Noi siamo assolutamente favorevoli a questo progetto - dice Mimmo Pallone, titolare dei Bagni Arci di via Cimarosa, quindi tra i più colpiti dal fenomeno erosivo, e membro del direttivo dell'associazione Bagni marini - La nostra associazione aveva finanziato uno studio che considerava i pennelli la soluzione più efficace per garantire la spiaggia. L'altra sera abbiamo fatto un incontro ribadendo il nostro accordo. A chi si preoccupa dell'impatto ambientale rispondiamo che i pennelli saranno lunghi venti metri scarsi, quindi ben poco, e distanziati tra di loro circa 200 metri. Significa che cambierà pochissimo alla vista, mentre in concreto il mare troverà un freno al "furto" di sabbia. La corrente di libeccio che oggi in poche ore rosicchia metri e metri di spiaggia, domani verrà interrotta dai moli e quindi avrà un effetto meno dannoso. Si calcola che alla fine si potrebbe guadagnare un 8-10 metri di arenile».
Durante l'incontro dell'altra sera, in realtà, è emersa una proposta ancora più radicale pro-pennelli. «Oltre che i sei previsti (tre alle Fornaci e tre in via Nizza), e oltre al previsto rinforzo del molo di via Cimarosa, ho proposto di posare un settimo pennello - conclude il titolare degli Arci, Pallone - andrà posizionato alla Foce ma verso levante, dall'altra parte di quello che c'è già. Sarebbe la normale chiusura del Letimbro, da nessun'altra parte un fiume sfocia con una barriera solo da un lato. E' questo che fa sì che a ponente la spiaggia sia sempre meno ricca a differenza del Prolungamento dove si allunga ogni anno. Con un pennello in più l'equilibrio verrebbe ristabilito e i sedimenti del fiume andrebbero a distribuirsi in modo equo. Sembra una soluzione contro i bagni di corso Colombo ma non lo è. Infatti dopo il mio intervento sono venuti a stringermi la mano pure loro».
Dario Freccero
 
Le scogliere saranno "mini"
il progetto
 
Sei in tutto da via Cimarosa a Zinola. Tre con carattere "prioritario": quelle più vicine alla Foce. Le altre tre a seguire. La prima in ordine d'altezza dovrà nascere tra i bagni Marinella e Torino; la seconda tra gli Olimpia e i Colombo; la terza nel pieno della spiaggia libera di via Nizza. Le altre tre oltre via Nizza nei punti di arenile più ferito, anch'esse con distanza di circa 200 metri l'una dall'altra. «E' sbagliato spaventarsi per queste scogliere che in definitiva saranno "mini" - dice l'Associazione bagni marini di Savona e Vado - Il contributo che possono dare al nostro arenile, e quindi al turismo e ai bagnanti, è fondamentale. Sono già state testate in tante località balneari con caratteristiche simili alle nostre e dovunque hanno portato benefici». «Non è vero che creano l'effetto di acqua stagnante che qualcuno ipotizza - prosegue - la ridotta dimensione, e la distanza tra l'una e l'altra, sono tali che non c'è pericolo di non far circolare l'acqua. C'è anche qualcuno che teme perderemo la bandiera Blu per la qualità del mare: lo studio dell'università ha escluso anche questo. E comunque se ci teniamo così tanto a questo primato sarebbe il caso di promuoverlo a livello turistico ben di più di quanto fatto sinora».