TRUCIOLI SAVONESI
spazio
di riflessione per Savona e dintorni
GLI ANGOLI DIMENTICATI DI SAVONA
LA CAPPELLA BALBI
di Aldo Pastore
Quanti cittadini Savonesi conoscono la Cappella
Balbi?
O, per essere più precisi: quanti sono gli abitanti di Villapiana che sanno dove
si trova questa Cappella?
Ed allora: consiglio a quanti ignorano l' esistenza di questo nostro, piccolo
tesoro d' arte di recarsi in via Torino al numero civico 114 rosso, nel tratto
della via interposta tra via Giuseppe Verdi e via Amalfi.
Lì troveranno una porta di legno ( rigorosamente chiusa da anni), tuttora
adornata da austeri rilievi architettonici, che vogliono indicare l'antica
nobiltà del sito (VEDI
FOTO1)
Se avranno la fortuna di reperire le chiavi ( presso la Sede della Croce Bianca di Savona) potranno entrare e scoprire un locale assai angusto ( un autentico scrigno), di una decina di metri quadrati di superficie, il quale riceve una flebile luce da due piccole finestre inferrate, che si affacciano su via Torino.
Che cosa è possibile trovare all' interno di questo piccolo locale?
Procediamo con ordine:
Sulla porta di accesso e sulla sua simmetrica ( oggi murata) sono dipinti due timpani con nicchie, che ospitano due vasi ( con splendidi fiori), alti sui rispettivi piedistalli e sorretti da meravigliose coppie di putti alati;
Sulla parete posta a nord, è possibile scorgere il dipinto di una balaustra, dalle arrotondate colonnine verdi, simulante una balconata posta sotto una finestra, protetta da una grata di legno;
Sulle due pareti laterali lunghe, troviamo i
due affreschi di maggiore pregio artistico, vale a dire: LA NATIVITA' CON
L'
ADORAZIONE DEI PASTORI E L' ANNUNCIAZIONE...(VEDI
FOTO2...e...FOTO3).
Queste due opere, sotto il profilo pittorico, vogliono imitare due tele (
all' interno di finte cornici) e destano nel visitatore una grande emozione;
infatti i personaggi rappresentati uniscono, accanto ad un profondo
sentimento mistico, anche il senso del vissuto quotidiano ( vedi, ad
esempio: il bastone con il cestino delle uova del pastore, nella NATIVITA',
oppure il cestino contenente la tela e gli attrezzi per la cucitura, nell'
ANNUNCIAZIONE).
Di particolare rilievo è, poi, la perfetta condizione di conservazione di
questi due affreschi, la quale offre l' istantanea impressione che entrambe
le opere siano state realizzate da pochissimo tempo, in virtù della loro
nitidezza coloristica e dalla straordinaria definizione delle immagini.
La volta è divisa in tre comparti, con al
centro l' ASSUNTA... (VEDI FOTO4), in volo tra le nuvole e
circondata da cherubini, mentre, negli altri due spazi, troviamo il
monogramma di Maria e l' eterea colomba dello Spirito Santo; le decorazioni
degli elementi architettonici
( quattro paraste che muovono le lisce pareti) sono nette nel disegno e di
grande effetto plastico e cromatico;
Sulla parete posta a sud, è collocato l'
altare in stucco...(VEDI FOTO5), con nicchia dipinta in
azzurro ( con stelline dorate) che ospitava, un tempo, la statua della
Madonna, cui la Cappella era dedicata.
La zona circostante l' altare è quella che ha subito i danni maggiori; in
particolare, i ritratti di san Gioacchino e di Sant' Anna ( dipinti in
grigio chiaro per simulare il colore del marmo ed incorniciati da nicchie
dipinte, di chiara fattura barocca) appaiono, almeno per metà,
irrimediabilmente perduti.
Dunque: ci troviamo di fronte ad un patrimonio
pittorico di notevole interesse, che dovrebbe fare onore ed essere di vanto a
tutta la comunità savonese, anche perchè gli affreschi, sopra illustrati,
risalgono alla seconda metà del 1700 e sono stati attribuiti, dopo diverse
diatribe interpretative, al pittore savonese Giovanni Agostino Ratti ( 1699 -
1775).
Fanno testo, in questo senso, le approfondite ed accurate ricerche di vari
studiosi, tra i quali desidero citare, in particolare, la Professoressa Flavia
Folco e Giuseppe Buscaglia, autore, tra l'altro, della splendida pubblicazione:
GIOVANNI AGOSTINO RATTI: PITTORE - INCISORE - CERAMISTA.
Ma questo piccolo locale è importante non
soltanto per la sua valenza artistica, ma anche per la sua illustre storia.
La Cappella, infatti, è l' unica struttura sopravvissuta della dimora
residenziale dei Marchesi Balbi, che risaliva, presumibilmente, alla metà del
Cinquecento.
Negli anni '30 del 1900, la fatale espansione edilizia cittadina invase i
terreni circostanti la vecchia villa, contribuendo alla nascita del quartiere di
Villapiana.
L'Impresa Astengo e Savio, demolito l' antico palazzo, ormai fatiscente,
risparmiò la Cappella
( già, in allora, vincolata) e la inglobò nel nuovo palazzo di civile abitazione
situato in via Cadorna ( oggi via Amalfi).
Con atto stipulato il 26 aprile 1932, la Croce
Bianca di Savona acquistò dai Signori Astengo Ing. Carlo Agostino, Astengo Dott.
Ottavio, Astengo Cav. Giuseppe e Savio Ing. Giuseppe, i locali al piano-terra
del nuovo palazzo per insediarvi un servizio sanitario ambulatoriale, rivolto a
tutti i cittadini del quartiere ed, in particolare, agli operai della Scarpa
Magnano.
Nel contratto di acquisto venne compresa anche la Cappella, successivamente
adibita, per molti anni, a magazzeno.
Ora è giunto il tempo di realizzare il recupero
di questo piccolo gioiello, di valorizzarlo e, soprattutto, di restituirlo alla
legittima fruibilità di tutti i cittadini savonesi.
Ma non possiamo pretendere che le spese per realizzare tutto questo programma
vengano a cadere sulle spalle della Croce Bianca, la quale, con il suo modesto
bilancio finanziario, deve, nell' interesse della nostra intera collettività,
investire le sue risorse nell' acquisto di nuove e sempre più sofisticate
autoambulanze e, soprattutto, delle apparecchiature più avanzate per garantire
la vita e la salute dei cittadini, già durante l' iter del trasporto verso gli
ospedali.
Rivolgo, quindi, un accorato appello alle Istituzioni, alle Associazioni
Culturali, alle Fondazioni Bancarie, ai privati cittadini, affinchè questo
piccolo tesoro possa essere salvato.
ALDO PASTORE 19 OTTOBRE 2006
FOTO1 PORTA IN LEGNO
FOTO2 Adorazione dei pastori
FOTO3 Annunciazione
Foto 4 L'assunzione
Foto 5 L' altare