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GLI INTERESSI DI PARTE SUL NOSTRO TERRITORIO
di Antonia Briuglia
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Straordinario! La Chiesa savonese scende in campo
contro la speculazione edilizia.
Le parole chiave sono quelle che da anni sono state
protagoniste della vita di cittadini impegnati a difendere le
tutele di un territorio ormai troppo sfruttato, depredato,
offeso, svilito.
Impegnati a difendere la salute propria e dei propri
figli: valore più importante di un falso sviluppo che baratta il
bene di molti per il guadagno di pochi.
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Il
Vescovo Lupi nella Messa del 31 dicembre 2009,
al Duomo di Savona, si è ammirevolmente espresso
dicendo:<No a interessi di
parte su Margonara, Tirreno Power e Maersk>.
L’ha fatto nell’omelia...LEGGI...
dando così anche dignità spirituale a una
battaglia civile che molti di noi hanno difeso
da anni, bistrattati, emarginati, ignorati
sempre più, da interlocutori sordi ma al tempo
stesso determinati nelle loro arroganti
ipocrisie.
Il Vescovo ha richiamato
amministratori, privati, industriali alle loro
responsabilità nella ricerca del bene comune.
Mentre, però, il richiamo
sembrerebbe scontato per gli Amministratori
proprio perché amministrano la cosa pubblica,
eletti dal popolo e stipendiati da quest’ultimo
e non ci si riferisce solo agli Enti Comunali,
Provinciali e Regionali ma anche alle Autorità
Portuali, lo stesso sembrerebbe un po’
anacronistico per i privati e gli industriali
che noi, “comuni mortali”, siamo abituati a
vedere come antagonisti con cui mediare per
barattare il male minore.
Chi ha frequentato
amministrazioni si è spesso sentito dire che il
privato si sa, soprattutto nell’edilizia, fa i
suoi interessi e noi dobbiamo solo sperare che
li faccia sul nostro territorio, sempre in nome
di quel fatidico sviluppo che non è arrivato
mai, ma di cui si sono visti solo devastanti
effetti in termini d’inutili volumetrie e di
dissesti idrogeologici.
Gli industriali, poi, ci
hanno deliziato nel corso degli anni con ricatti
occupazionali, spesso in cambio di sicurezza, di
vendite e chiusure, fallimenti, casse
integrazioni, ma soprattutto in cambio di
diritti alla salute.
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Il Vescovo Lupi |
Così ci siamo ritrovati a
discutere su un
porticciolo, quello della Margonara,
che privati costruiranno su terreno demaniale
dato in concessione e dove per poterlo
realizzare, dovremo concedere loro l’ennesima
cementificazione con volumetrie senza le quali
come possiamo pretendere che abbiano il loro
tornaconto?
Ci siamo ritrovati a
discutere su una
Centrale a carbone
che invece di essere depotenziata, perché
responsabile di un lento ma incontrastato
disastro ambientale su un vastissimo territorio,
si chiede addirittura di ampliare, per produrre
energia che servirà ad altri industriali su
altri territori lontano dal nostro, ma con
ricatto occupazionale assicurato.
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Ci
siamo ritrovati a discutere di una
piattaforma
di cemento sul mare di
Vado, la Maersk,
grande come cinque campi di calcio, che dovrebbe
ospitare container e merci per l’ipotetico
sviluppo di qualche altro territorio, ma il
ricatto occupazionale è assicurato.
Temi «caldi», è vero ma che
non hanno diviso l’opinione pubblica che quando
è stata interpellata, come nel referendum sulla
piattaforma, si è espressa contro.
Temi caldi che hanno invece
creato una distanza incolmabile tra i cittadini
e chi opera le scelte sul territorio.
Il caso delle elezioni a Vado
ne è stata la prova.
Mi piacerebbe però poter dire
al nostro Vescovo che, per noi che ci battiamo
da sempre perchè ” si custodisca il creato” e
che abbiamo fatto della sensibilità ecologica il
nostro valore di vita, è veramente difficile
vedere i vantaggi e le angolature diverse dei
progetti citati, se non ci caliamo proprio nelle
“esigenze di parte”, quelle che Sua Eminenza,
segnala proprio come da respingere.
Non ci sono angolature
diverse sulle colate di cemento sul mare e sulle
nostre martoriate coste se non il profitto di
chi le realizza.
Non ci sono angolature
diverse sulle emissioni nocive dalle ciminiere
delle centrali a carbone, perché il carbone
buono non esiste, ma esistono solo il cancro e
le malattie per noi e per i nostri bambini.
Non è difficile pronunciarsi,
se si giudica senza pregiudizi, la natura e la
vita dell’uomo sono sopra di tutto e lo abbiamo
imparato a nostre spese, in un territorio tra i
più inquinati e tra i più idrogeologicamente
dissestati.
Questa è la verità ed è sotto
gli occhi di tutti, cristiani compresi.
Basterebbe che gli uomini
avessero almeno una buona coscienza per
riflettere su quanto si sta compiendo nelle
nostre città, alzare finalmente il naso e la
testa e che…il Vangelo ci assista!
ANTONIA BRIUGLIA
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