Savona – Casello di
“Albamare story”: c’è aria di panzane e
di bufale giornalistiche?
Almeno stando alla documentazione che è
possibile verificare. Ci sono documenti, resi
pubblici, nei quali inspiegabilmente si vedono
(perché esistenti) degli immobili, che
“scompaiono” in altri. E tra gli immobili
“ballerini” che appaiono e scompaiono, con più
frequenza, una ventina di condomini direttamente
interessati dal progetto, dalle gallerie,
trovandosi proprio sulla posizione verticale del
tracciato.
C’è un altro aspetto ancora
più sorprendente ed “inspiegabile”. Il Secolo
XIX e La Stampa, tra il 16- 24 febbraio ed
il 12 marzo 2009 (vedi… peraltro i titoli
riprodotti ) e le neppure velate
critiche alla campagna “pro casello”
de La Campanassa con l’avvocato
Rettura, hanno informato i savonesi del “via
libera” della Regione Liguria al
progetto-casello, alla promessa di avvio dello
studio di fattibilità.
Cosa si è ora scoperto di
strano, di stridente? Una non proprio
insignificante lettera ufficiale. Reca la data
del 27 aprile 2009, inviata al
Comitato anticasello (e non al Comitato
procasello?), ad opera del settore
“infrastrutture e mobilità” della Regione
stessa.
Per motivi di opportunità
il Comitato non ha ritenuto di rendere
pubblica la missiva agli aderenti. Ma pare fuori
dubbio che sia firmata dall’assessore
competente, Carlo Ruggeri, ex primo
cittadino di Savona, ex…, ex…..
Negli uffici regionali,
questo il senso lato del documento, non
sono stati fino ad oggi presentati elaborati
tecnici e grafici da poter riprodurre, per
essere messi a disposizione di chi ne ha titolo
e ne fa richiesta.
Eppure 40 giorni prima
La Stampa titolava: <Albamare, sì
della Regione alla costruzione del
casello….Avvieremo lo studio di fattibilità con
Anas, Autostrade, Provincia e Savona>.
Il pezzo era firmato dal corrispondete di
Genova, Pieracci. Si facevano, tra
l’altro, i nomi dei parlamentari Orsi, Bonino
e Zunino che avrebbero dato il pieno
sostegno. Si indicava 5 anni per il
completamento dell’opera.
Nella stessa data la
notizia-annuncio veniva riportata dal Secolo
XIX, in cui si parla di Claudio Burlando,
del presidente del Comitato e
cooprogettista Paolo Forzano, del
probabile giudizio favorevole della Società
autostrade, del costo preventivato in 239
milioni di euro.
Andando a ritroso, emergono
dai due giornali notizie sempre dettagliate ed
“ufficiali”. Quali: è già stata avviata una
trattativa con Anas e Autostrade, la
Regione Liguria finanzia
lo studio per il casello (costo 5 milioni)
ed il suo collegamento all’Aurelia, una stima di
18 mila transiti al giorno. Si arriva, il
16 febbraio, a scrivere che <è stata
chiusa l’istruttoria per l’avvio completo
dell’iter>.
Se tutto questo corrisponde
a verità e non ci troviamo in presenza di
fandonie o bufale, vuole dire che la lettera
della Regione , a firma Ruggeri,
è una “bugia”. Solo questione di
sottigliezze, mettono in guardia alcuni. Tutto è
pronto per il “via” definitivo, ma pare
prematuro dare tutto per scontato, asseriscono
altri.
Il quadro che ne deriva,
comunque stiano le cose, è desolante. C’è da
chiedersi cosa abbia effettivamente approvato
fino ad oggi la Regione Liguria, alla
luce delle parole pronunciate da Burlando,
ex ministro dei Trasporti, ex sindaco di
Genova.
Il Comitato “pro
casello”, con l’ingegner Forzano,
sostiene di aver raccolto cinque mila firme a
sostegno. Sarebbe utile uscire dalle nebbie e
mettere a disposizione dell’opinione pubblica
tutto il materiale. Sarebbe utile che i sindaci
dei quali si annuncia l’incondizionato sostegno
al progetto (Varazze, Celle, le due
Albissole, Savona, Quiliano, Vado, Bergeggi)
spiegassero come sono arrivati a questa
decisione. Sulla base di quali elementi.
Delibere consiliari? Di giunta?
Sarebbe utile sapere se la
Società Autostrade che dovrebbe
realizzare e finanziare gran parte
dell’intervento, in quale sede ha espresso un
giudizio positivo, seppure di massima. Al
Comitato anticasello questo non
risulta; anzi, sarebbe emersa una netta
contrarietà.
Sarebbe utile sapere per
quale ragione non si è invece
privilegiato una vecchia proposta, tirata fuori
anche sui giornali e poi dimenticata come spesso
succede nella “politica degli annunci”, magari
ad orologeria, di spostare l’autostrada di due
chilometri più a monte ed
utilizzare l’attuale tracciato con svincoli in
galleria, senza devastazione di boschi e di aree
agricole, col rischio di compromettere la
stabilità di decine di immobili, innestare
controversie e cause a non finire, suscitando un
forte malessere e inutili “guerre” con i
cittadini proprietari degli immobili.
Tra l’altro, è inspiegabile
per quale ragione il potente presidente Rino
Canavese, noto per il suo pragmatismo e
decisionismo, non abbia trovato il tempo
(oppure è stato escluso?) per dire cosa ne pensa
lui e l’ente che rappresenta del casello
Albamare.
Cosa ne pensa delle
osservazioni, messe nere su bianco, illustrate
dal periodico La Campanassa che non
risulta essere un’associazione al servizio di
interessi politici o economici, di casta o di
parte, di lobbies.
Ci sono quesiti e
motivazioni illustrate dall’avvocato
Beniamino Rettura che, tanto per fare un
esempio, qualcuno ha pensato bene di etichettare
come portatore di grandi interessi, quale
proprietrario dell’intera collina di Albamare,
mentre abbiamo verificato che la moglie è
proprietararia di un’area di 5 mila metri
quadrati, dell’immobile definita “casa
rossa”, con caratteristica torretta e di
una piccola dipendence attigua.
A sua volta l’ingegner
Forzano, autore dello studio-progetto di
massima, contestato da un Comitato di cittadini
(tra essi Massimo Sicca, assicuratore, il
dentista dottor Faucci, l’imprenditrice
navale Basilescu) ha cercato di
illustrare tutti i benefici possibili per la
comunità savonese, la sua economia, il suo
sviluppo.
Le due opinioni conosciute
(Rettura e Forzano) sono state messe a
confronto, senza limiti di spazio, da
Trucioli Savonesi. Ma all’avvocato
Rettura, presidente del Comitato del no,
Il Secolo XIX e La Stampa, non hanno finora
ritenuto di dare voce.
Tutto è utile a Savona
ed al suo comprensorio, fuorché nuove
contrapposizioni sul miglioramento della
martoriata e inadeguatissima viabilità, a
seguito anche della irrazionale cementizzazione
della fascia costiera e portuale.
Certamente le Albissole
sono, a loro volta, penalizzate dal “tappo
del traffico” di cui da decenni subiscono i
danni, anche nella qualità della vita dei
cittadini.
Ma il confronto non può
avvenire sulla base di furbizie o denigrazioni,
sortite estemporanee. Guerre tra “Comitati”. La
gente peraltro è stufa, sempre più apatica,
distante.
E a prescindere da ogni
valutazione, dalle capacità e dall’integrità
morale e professionale dei maggiori
protagonisti, si può dire in modo chiaro,
esplicito, che incanalare, far confluire in
pieno centro a Savona, un traffico di 18 mila
autovetture, appare una “pazzia”.
Il centro città va semmai decongestionato, come
si cerca di fare in tutti i paesi civili.
Nessuno escluso.
E poi, ci sia consentita
un’ultima riflessione ad alta voce: che senso ha
trasformare il simbolo storico di Savona,
la Torretta, in una vera e propria “aiuola
spartitraffico? A Savona sono stati
“chiamati” grandi firme dell’urbanistica; magari
si potrebbe chiedere agli stessi “grandi” cosa
ne pensano di questo progetto.
Oppure si ci potrebbe
rivolgere all’architetto Piano, osannato
a destra e a sinistra, nel mondo
dell’imprenditoria che conta, per meriti veri
acquisiti sul campo in mezzo mondo.
Non abbiamo preclusioni
verso l’ingegner Forzano, non siamo tra
quelli che indicano la sua forza nel potere
della moglie, Valeria Cavallo, esponente
della sinistra e coordinatrice dei primari, già
autorevole esponente della segreteria regionale
Ds, assai attiva soprattutto sul fronte
della sanità.
La buona fede e la tenacia
di Forzano non sono in discussione; si è
sottoposto, tra l’altro, ad un lungo e laborioso
confronto (per due mesi) con i parlamentari
liguri, con l’uomo forte degli industriali
Luciano Pasquale (oggi anche “patron” della
Carisa), con le categorie economiche, con
i consiglieri comunali di Savona. Si racconta
che il sindaco Berruti abbia sempre
evitato di ricevere Forzano, si parla i
contrasti con Ruggeri per via dell’Aurelia-bis.
Siamo proprio sicuri che
una qualsiasi azienda privata avrebbe affidato a
Forzano (l’avvocato Rettura ne ha
spiegato le ragioni, nella sua lettera pubblica
da Trucioli la settimana scorsa) un
progetto di viabilità di queste dimensioni e di
questa portata sociale? Nessuna preclusione, ma
ad ognuno la sua parte, almeno quando parliamo
di compiti tecnici, pianificatori,
professionali. Di competenze specifiche
indispensabili.
Con i tuttologi non si va
da nessuna parte. E poi ce ne sono già troppi in
giro a far danni.
Luciano Corrado