Le foto storiche delle bande cittadine (1)
Eccezionale documento da
Loano del 1887
(Volti e personaggi che non si devono dimenticare, salviamo l'identità
ligure)
Le bande musicali sono un patrimonio storico, con radici lontane, testimoniano la nostra identità, le nostre usanze. Raccontano tradizioni e costumi, la vita musicale delle nostre città, dei nostri avi.
Non è da oggi, le bande musicali non occupano più il posto che meritano, nel cuore e nei finanziamenti pubblici, di privati. Il rischio “lenta estinzione” non è allarme ingiustificato.
Un altro pericolo, non meno insidioso ed attuale, scaturisce dal mondo della scuola, le medie soprattutto. A Loano, ad esempio, sono finiti i tempi dei maestri Tomatis e Garassini. Quest’ultimo è stato sindaco della città; hanno fatto benissimo gli amministratori comunali a dedicargli (con Guzzetti, altro sindaco) un parte del complesso del Palazzetto dello Sport.
Elio Garassini aveva seminato tantissimo ed in modo positivo nel campo della “musica in classe”, a scuola, per tutti. La diffusione, il radicamento della cultura e dell’amore musicale tra i giovani loanesi.
Da anni, purtroppo, nelle scuole elementari e medie, la musica si impara in modo approssimativo. Problema generale. Mentre dovrebbe essere uno dei pilastri, alla stregua di una materia, proprio per rilanciare, a livello popolare e di base, ciò che essa rappresenta, a partire dai “corpi bandistici”.
Si fa festa, c’è calca di gente, di pubblico, di applausi, di turisti, quando le bande, nei loro costumi tradizionali, sfilano nelle strade, rallegrano feste patronali, religiose, avvenimenti “mondani”, ma si finisce per dimenticare la sostanza.
Le bande, pare superfluo, non vivono d’aria; hanno bisogno di sostegno, del vivaio, di una costante attenzione da parte dell’ente pubblico che nel promuovere il bene comune dovrebbe avere sempre un ruolo concreto.
Lo sport, il palazzetto, i campi di calcio sono utili, importanti, fanno aggregazione, ma si è finito per mettere in secondo piano il ruolo delle bande musicali delle nostre città. Proprio in terra di Liguria.
Troppo fatica per chi, alla fine, si ritrova a tirare il carro, combattere, elemosinare contributi, come se si trattasse di “cose proprie”.
Serve più slancio, maggiore interesse, dal “pianeta scuola”, alle famiglie, agli enti pubblici, alle fondazione bancarie, alle associazioni elitarie.
Basterebbe seguire soltanto l’esempio dei paesi del centro e Nord Europa, di province dello stesso Nord Italia, della vicina Spagna, dove la banda è presente anche nei piccoli centri, c’è un impegno generale a promuovere i corpi musicali e bandistici.
Perché non accade nella nostra provincia? Più in generale in Liguria? Non fa più notizia? Per quale ragione le nostre, un tempo gloriose, bande musicali rivestono il ruolo di cenerentola nei bilanci comunali?
A Loano, tra l’altro, avremo modo di descrivere storie e vicende gloriose, come quella di Luigi Cirenei , maestro della banda dei carabinieri Reali di Roma, diventato concittadino loanese e che diede il nome all’omonima banda, per via del matrimonio. Cirenei, abruzzese d’origine, sposò una Lavagna (linea diretta di parentela col notaio Matteo Lavagna).
L’illustre maestro della Banda dei Carabinieri venne ad abitare nella nostra città e diresse il corpo bandistico. Un motivo in più, per Loano, di investire nella sua banda musicale ospitata nella sede della parrocchia Santa Maria Immacolata, da cui ha preso il nome e che vede come anima e presidente, Francesco Gallo, “mente storica”.
Non lasciamoli soli, con pochi volontari, a tenere in auge le tradizioni e le radici della musica bandistica; dei giovani (solo due) loanesi che frequentano il Conservatorio di Genova. Teniamo desto l’interesse degli abitanti, della popolazione. E’ un dovere comune. Non può essere lasciato alla buona volontà e alla sensibilità di pochi, un patrimonio che dovrebbe riguardare tutti. Come accadeva in passato.