Supercampus a
Legino |
puc, il tassello
più importante: operazione da 120 milioni, niente
residenziale
Bacigalupo giù, al suo posto aziende hi-tech, università,
sport e nuova scuola |
IL
SECOLOXIX |
Savona. È il marchio dell'amministrazione
Berruti sul nuovo Puc. Ieri la giunta ha
approvato gli indirizzi per la Cittadella
dell'innovazione e dello sport da realizzare al
posto dell'attuale, vetusto, stadio Bacigalupo.
Se in altri campi il preliminare di Puc adottato
nel 2005 dall'amministrazione Ruggeri è stato
emendato, modificato ed anche radicalmente
innovato (è il caso dell'edilizia sociale e di
Binario Blu), nel caso di Legino la cittàè di
fronte ad un'operazione concepita totalmente ex
novo. Ambiziosa e difficile: una sfida da far
tremare i polsi, ma la cui mission è far da leva
ad un nuovo modello di sviluppo economico - «nel
quale al porto e al turismo si unisca
l'innovazione tecnologica» - e anche
«ringiovanire la città». Aziende hi tech e hi
skill - capaci di fare da traino all'intero
tessuto produttivo - e alta ricerca, università,
sport e benessere. E anche una nuova scuola
media per Legino. Il tutto su un terreno
interamente di proprietà comunale. Senza neppure
un metro quadrato di insedimenti residenziali.
Un'operazione la cui regia è interamente nella
mano pubblica.
Il sindaco Federico Berruti aveva lanciato i
lavori per il nuovo Puc individuandone così
l'obiettivo: «Contrastare l'idea di una città
preda di un inevitabile anche se soffice
declino». Legino rappresenta la declinazione
pianificatoria di quel metodo. Sul tavolo c'è
una scelta "di sistema" - fare di Legino il
nuovo software della città - dal cui successo
dipende la possibilità di cambiare
complessivamente il volto di Savona nei prossimi
vent'anni. E infatti il sindaco lo ha
annunciato, conclusa la giunta, con parole che
vogliono coniugare pragmatismo e sguardo alto: «Legino
è la dedica che lasciamo con questo Puc ai
ventenni di oggi e di domani, che potrebbero
scoprire la possibilità di tornare a fare
progetti ambiziosi su questo territorio».
Campus. Il progetto è realizzare un Campus
all'americana: non ce ne sono altri in Italia.
L'attuale Campus - le cui strutture modernissime
si sviluppano per 15 mila metri quadrati e al
cui interno esiste un'ulteriore possibilità di
espansione per 10 mila metri quadrati - si
integrerebbe con la Cittadella dell'innovazione,
capace di offrire volumi sviluppati in altezza
per altri 34 mila metri quadrati, da destinare a
laboratori e residenze universitarie,
insediamenti aziendali, e in parte a commercio e
servizi alla persona. E con il nuovo stadio
polifunzionale da 4-5 mila posti. «Abbiamo
scelto di non intervenire sulla vicina area
della Bausa, oggi destinata ad uso agricolo,
come proposto da Ips e Spes, e di utilizzare
invece agli stessi scopi un'area interamente
pubblica, estesa per 40 mila metri quadrati sui
quali insiste l'attuale stadio», spiega il
sindaco.
l'iter. Il Puc farà dell'area dell'attuale
stadio un distretto di trasformazione,
individuandone le funzioni e i macronumeri. Dopo
l'approvazione del Puc, toccherà ad un Sau (uno
Strumento urbanistico attuativo) realizzare la
pianificazione di dettaglio.
i finanziamenti. Spiega Berruti: «Il capitolo
economico dell'operazione consta di tre punti.
Il primo è l'area: la prima dote che ci mette il
Comune è l'area stessa. Il secondo sono le opere
necessarie per rimuovere il vincolo
idrogeologico, mettendo in sicurezza il rio
Molinero: tra i 5 e i 10 milioni di euro. Infine
i costi per la realizzazione della Cittadella
nelle sue varie parti, stadio compreso». La
portata economica dell'operazione si colloca in
una forbice tra i 100 e i 120 milioni. La
sostenibilità (per tutti i soggetti coinvolti) è
stata individuata in un mix di capitali pubblici
e privati, nel quale l'investimento pubblico si
faccia carico del 20/25% del totale: 20-25
milioni. «Un progetto ambizioso e difficile, ma
nell'ordine delle cose fattibili».
la politica. La strada è quella di un intervento
"di sistema" (università, ricerca, aziende,
sport, residenze per studenti) che fa della
Cittadella un esempio unico in Italia e nella
quale il risultato finale è superiore alla
semplice somma delle singole parti. «Questo -
spiega Berruti - è ciò che rende questo progetto
competitivo e gli dà la possibilità di trovare
sostegni e finanziamenti, rispetto ad altri
progetti più classici. Lo stadio, da solo,
sarebbe uno dei tanti. L'ampliamento
dell'università, da sola, anche». La chiave sarà
il ruolo che giocheranno la politica e il mondo
economico. Berruti invoca determinazione, unità
di intenti del territorio, forza: «Se per la
terza città della Liguria questa è una scelta
strategica per il suo futuro, deve avere la
forza politica di attrarre questi capitali».
Antonella Granero
granero@ilsecoloxix.it
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