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 mail della settimana/ Tutti i retroscena, da brividi, di un'associazione chiamata a scegliere il referente regionale

Libera Liguria, la "banda rossa" 

che ha eletto Matteo Lupi

Vince un imperiese dell'Arci, mentre Savona tifava Porchia (Cgil). Messi a tacere Csi, Centro Imparato di Sanremo, Wwf, Lega Ambiente, Acli, Agesci, Comunità San Benedetto.  Il "cannibalismo" di Pd, Lega Coop e... Un autogol da malaffare?

di Bruno Lugaro      

  


Il giornalista Bruno Lugaro

C’era una volta “Libera” un’associazione nata nel 1995 con l'intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere legalità e giustizia. Riconosciuta come associazione di promozione sociale dal Ministero della Solidarietà Sociale, quest’anno era stata inserita dall'Eurispes tra le eccellenze italiane. Un’espressione vera, trasparente, di gruppi, scuole, realtà di base, impegnate sul territorio italiano, in particolare nel Sud, a diffondere la cultura della legalità.

Libera” è stata cucinata, mangiata e digerita qualche sera fa nel corso di una riunione genovese nella sede dell’Arci. Al banchetto hanno partecipato: un esponente di spicco della Cgil, nonché referente della Fondazione Cesare (ora Unipolis), dove gestisce anche per conto di Cisl e Uil il fondo che Unipol, tramite la Fondazione, passa per organizzazioni di eventi, dibattiti e convegni; un rappresentante della Lega Coop e di Unipol; l’Auser, legata a sua volta alla Cgil; la Banca Etica; il Meetup Genova 1 di Beppe Grillo, quello vicino, per intenderci, all’Idv di Di Pietro; l’Arci Liguria, le sezioni Arci di Imperia e La Spezia.

E, infine, un rappresentante dell’amministrazione comunale di centrosinistra di Genova. Insomma, la grande famiglia “rossa” al completo. Ah, dimenticavo, c’era anche qualcuno di “Libera” a parlare del futuro di "Libera": quei rompiscatole del coordinamento territoriale di Savona, che è meglio perderli che trovarli con le loro ossessioni sugli affari, il cemento e le mafie nel Savonese, e i pericolosissimi contatti con la Casa della legalità di Genova.

E, infatti, i savonesi vengono subito messi a tacere. A questa riunione si mangia, non c’è tempo da perdere in discussioni. O si è d’accordo sul menù o fuori dalla porta. I commensali sono stati scelti con cura. Non c’è posto per associazioni quali Csi, Centro Impastato di Sanremo, Wwf, Legambiente, Acli, Agesci, la Comunità di San Benedetto, MegaChip Liguria e, naturalmente, neppure per la Casa della legalità.

Libera terra L'asse Arci-Cgil-Coop-Unipol ha fretta di mettere a fuoco la giornata di sabato 29 novembre a Genova, quando nascerà ufficialmente “Libera Liguria”. Il rappresentante del Comune, è ovvio, esprime la necessità di aprire l’assemblea pubblica con un bel intervento del sindaco. Ma cosa c’entra il sindaco con “Libera”? La Cgil scende ancora più nel dettaglio consigliando che Marta Vincenzi faccia un discorso sulla legalità (le provocherà qualche imbarazzo vista la bufera che è scoppiata in Comune qualche mese fa sugli appalti mense).

Qualche rompiscatole a quel punto obietta che è sbagliato, <perchè noi siamo lì per presentare “Libera”, come una associazione che è nata da una volontà popolare, da associazioni, non da una iniziativa del Comune di Genova>, e che <se il discorso è quello di far parlare le istituzioni, allora, essendo "Libera Liguria" e non solo Genova, bisognerebbe far parlare la Regione>. Come cadere dalla padella alla brace. Ma tutti assicurano che il sindaco di Genova non è persona da fare brutti scherzi e quindi si conclude che il Comune farà semplicemente i saluti di casa.

Il clou si raggiunge di  lì a pochi minuti quando l’Arci, padrona di casa, senza troppi giri di parole, propone la candidatura di un uomo di assoluta fiducia, Matteo Lupi, dell’Arci (ma guarda un po’) di Imperia.

Naturalmente l’”asse” ha già un accordo in questo senso. Nessuna reazione in sala, solo il rumore delle mandibole che stanno stritolando “Libera”. Poi arrivano i primi “sì”, Matteo incassa, sorride. Il gioco è fatto. Ah, no. Ci sono ancora quei rompiscatole di Savona che hanno la pretesa di proporre un nome come referente di “Libera Liguria”: è Claudio Porchia, per altro, pure lui, ex segretario regionale Cgil. <No – obietta qualcuno – daremmo un’impronta “rossa” a Libera>. Già, perché l’Arci da che parte sta? Alla fine 3 province su 4 eleggono Matteo Lupi. Il gruppo savonese ha perso. E non riesce a ottenere neppure spiegazioni sul perché, ad esempio, una realtà importante come il Csi sia stata esclusa dal tavolo. Quanto alla Casa della legalità: fuori, perché <destabilizzante>. Avviso ai naviganti: quando sentirete parlare di “Libera Liguria”, sappiate che di libero non c’è proprio nulla e che sotto al vestito sono nascosti loro, la “banda rossa”.

Bruno Lugaro