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Il dramma-furto raccontato da Report: fermiamoli prima che sia troppo tardi

Chi sta impoverendo

il nostro mare

Il pesce, bene primario e vanto storico delle città marinare, è in estinzione

ma con i soldi pubblici si distrugge l’habitat, tra ripascimenti folli e porticcioli

di Carlo Gambetta

Noli – Domenica, 16 novembre 2008, Report, la trasmissione di Rai 3 condotta da Milena Gabanelli, ha affrontato il tema “il mare di guai”: in tutto il mondo il pesce è in esaurimento ed intere economie stanno collassando.

Chi non l’ha seguita (la trasmissione) ha perso un’occasione, comunque non l’unica, per constatare chi permette, in un modo o nell’altro, di farci conoscere come ladri veri presso la Comunità Europea. Perché di furto si tratta.

Ministri che fanno arrivare soldi dalla Comunità Europea con scopi ben precisi per favorire la salvaguardia ed il mantenimento della specie a rischio, in questo caso il pesce spada, attraverso l’eliminazione delle reti cosi dette “spadare”.

Ma, guarda caso, le reti non vengono distrutte, tutt’altro, continuano ad adoperarle; i controllori si voltano dall’altra parte (salvo sporadici e contestatissimi interventi).

In due occasioni si è sentito affermare (volto nascosto): <Il pesce puzza dalla testa>.

Leggesi l’allusione precisa a politici e forze dell’ordine preposte, queste ultime, alla vigilanza e rispetto delle leggi.

Mai come domenica 16 novembre ho avuto vergogna di essere italiano. Si è toccato il fondo della prepotenza, dell’inciviltà dei comportamenti.

La trasmissione, per la parte che interessava l’ambiente marino della posidonia, confermava, ancora una volta, la necessità di salvaguardare da qualsiasi attacco dell’uomo questa preziosissima pianta che è la vita del mare sotto costa.

Ho avuto una prima volta l’occasione di esprimere le mie considerazioni circa questa problematica, volutamente limitata a Noli,  sul mensile diocesano “Il Letimbro” nel novembre 2007.

L’oggetto riguardava discariche e rinascimenti degli arenili. Intervistato dal giornalista M. Raineri, per la rubrica “Confronti” si legge: <L’ex sindaco Gambetta contrario. Denaro sprecato>. Il sindaco Repetto: <Invece serve per la conservazione del litorale>. Titolo: <Ripascimento sì o no? Noli  si interroga sul suo arenile>.

Parole virgolettate, dette dal sindaco Repetto: <I rinascimenti hanno avuto sempre ed hanno ancora tutt’oggi un ruolo importante per la conservazione ed il potenziamento dell’arenile di Noli….>.

L’intervento del sindaco termina così:< Il problema non è che l’arenile di Noli si è accorciato, ma che le costruzioni in muratura degli stabilimenti balneari sono aumentate verso il mare, riducendo il litorale a disposizione dei bagnanti. E’ facile lamentarsi così (Bagni marini), ma non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca>.


NOLI: il mare e l'Aurelia con relativa spiaggia dei pescatori

Mi sia permesso di riscontrare una qualche contraddizione del sindaco Repetto e concludere che con i rinascimenti la moglie è… accontentata.

Sul Secolo XIX, di due settimane or sono, il sindaco Repetto replica all’ennesima lamentela del rappresentante  dei Bagni Marini di Noli e concessionario dei Bagni Anita, con queste precisazioni: <Il nostro litorale è costantemente monitorato dal geologo Roberto Garbarino, già incaricato dalla precedente Amministrazione e lui ci ha assicurato che la  nostra spiaggia non ha subito alcuna erosione>…

Mi trova d’accordo, anche perché, come scrivevo sul n.161 di Trucioli Savonesi, con tanto di documentazione fotografica  dell’inizio del 1900 (dunque testimonianza incontrovertibile e non opinioni), l’arenile di Noli è sempre stato lo stesso.

E allora, a cosa servono le discariche? Quello che invece è cambiato, purtroppo, è il fondale marino. Oggi, come non mai, ricoperto di fango in prossimità della zona Ziggurmare (Capo Noli) dove viene in qualche modo effettuato un consistente rinascimento intensivo.

Devo avere ancora ulteriori riscontri sull’arretramento e/o  relativa morte  della prateria di posidonia a ponente del torrente S. Antonio (zona Sic, sito di interesse comunitario) per valutare se esiste infrazione alle regole comunitarie.

Guarda caso, quella Comunità Europea, che, come ascoltato nella trasmissione Rai di Report, si accinge  a destinare oltre 400 milioni di euro alle regioni costiere per favorire ed incrementare la pesca.

La Cooperativa Pescatori di Noli nel passato recente ha già usufruito di contributo della Comunità Europea per la sistemazione di alaggio e conservazione del pesce. Dove andrà a finire la gloriosa “Noli solitaria pescatrice” (vedi la meridiana nel palazzo comunale) se, chi comanda, favorisce la distruzione dell’habitat sottomarino?

Speriamo ci si fermi qui, a cominciare dalla rinuncia di riversare in mare l’accumulo di materiale giacente sulla scogliera di Capo Noli.

Voglio ribadire: non si può spendere denaro pubblico, dei contribuenti (Comune e Regione) e privati (Bagni marini) per far confluire, alla prima mareggiata sull’habitat di Noli materiale che, pur dichiarato idoneo,  in realtà cambia la qualità del fondale marino stesso.

D’altra parte  il monitoraggio sul fondale, una volta denunciata la presunta anomalia, dovrebbe essere espletato da chi è legalmente incaricato di attuarlo, onde evitare peggioramenti.

Un buon intenditore evita le possibili infrazioni a danno della comunità che gestisce (vedi D.G.R. n. 646 del 08-06-2001).

Si legge tra l’altro….<le Regioni hanno la responsabilità una volta individuato il sito di adottare le opportune misure per evitare il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie, nonché la perturbazione delle specie per cui le zone sono state individuate>…

E infine…<coerente tutela dei siti in questione anche da parte degli Enti locali interessati alla problematica>.

Carlo Gambetta

 

Noli all’inizio anni 1900