Uno spaccato l’ha offerto
un articolo dell’informatissimo Angelo
Regazzoni, tra le poche memorie storiche
di Varazze,
addentro anche alle “segrete cose”, proprio per la sua decennale
attività di corrispondente, cronista de Il Secolo XIX e per la sua
attività di artigiano del ferro.
Ecco cosa scriveva il
13 luglio 2007.
<La “Lavajet”
di Varazze, azienda savonese leader nel settore dei servizi
ecologici, dallo smaltimento dei rifiuti solidi urbani alla
manutenzione del verde, sbarca nei paesi arabi, nell’emirato del
Dubai. Il presidente della società,
Giancarlo Vedeo, ha siglato un accordo
con il rappresentante del Comune di
Al Ain per
la gestione del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi,
della pulizia delle strade. Il valore del contratto stipulato
ammonta all’equivalente di
85 milioni e avrà
una durata di sette anni (168 miliardi delle vecchie lirette)….Vedeo
con il figlio Marco dirige l’industria
del Lungoteiro…durante il primo anno del contratto la società
varazzina fornirà una flotta di macchine e soprattutto nuovi metodi
di raccolta e trasporto rifiuti…per coprire una superficie di 5634
chilometri quadrati e 220 mila persone…>
Sempre dall’articolo di
Regazzoni:
<Svilupperemo nuove metodologie di riciclaggio dei rifiuti, seguendo
i dettami più moderni…faremo opera di sensibilizzazione e saranno
occupati nel settore mille dipendenti locali. Il contratto include
la gestione delle discariche che il Comune ha appena costruito e che
sono composte da una stazione per la differenziazione di 1200
tonnellate di rifiuti giornalieri, e un inceneritore di rifiuti
pericolosi con capacità di 250 kg all’ora. Inoltre saranno attivi un
inceneritore di carcasse di animali infestanti, una discarica di due
milioni e mezzo di tonnellate e una macchina rompi rifiuti di
materiale di costruzione e demolizione>.
Infine: <La “Lavajet”
ha sedici anni (oggi 17) di attività. Occupa più di cento maestranze
e dispone di un parco mezzi attrezzati prossimo alle cento unità. Ha
diversi cantieri mobili
sulla rete autostradale italiana. In
Liguria sulla A7, A10. A 12, ma anche sulla A 1, sull’Auto Brennero
e sulla Milano-Venezia>.
Viene spontanea una
domanda: visto il dramma, meglio melodramma in cui si dibatte il
problema irrisolto dei rifiuti della nostra Provincia (può consolare
che nella scajolana e superazzurra
Imperia va ancora peggio) il “team
Vedeo” è
stato tagliato fuori o si è autoemarginato? Perché chi ha dimostrato
capacità, competenza, ha saputo innovarsi ed esportare ingegno e
professionalità, nel savonese è considerato quasi, quasi il “signor
nessuno”? Non paga “mazzette”? Non fa parte del “partito degli
affari” di Forza Italia,
come è recentemente emerso in una trasmissione (Anno Zero) di
Michele Santoro,
per il business della costruzione di ospedali e cliniche private in
Lombardia? E nella quale si è fatto il nome di un ministro ligure?
Chi conosce
Giancarlo Vedeo
ricorda il suo “terrore” a dover varcare la soglia degli uffici
giudiziari, persino da semplice testimone, magari in vicende
delicate di appalti.
C’è un altro interessante
affresco che era apparso sull’edizione di barese di
Repubblica, a firma
di Lorenza Pleuteri.
E’ ricco di notizie inedite per i savonesi su
Vedo junior, ricco
di patos, sul rampollo varazzino, ricco di informazioni di cronaca.
Il giornale titolava:
<Il Bari? Vale quanto tre case di
Montecarlo>.
Catenaccio: <Ecco
chi sono i due immobiliaristi che danno la scalata alla società>.
Il testo: <…Marco
Vedeo, 43 anni compiuti, l’apripista
degli imprenditori monegaschi interessati all’acquisto della
società, racconta che un giorno Paolo
Stancarone, antiquario che si muove tra
il Principato di Monaco
e Madrid,
viene da me e propone, perché non compriamo il
Bari? E’ inziata
cosi l’avventura di Marco Vedeo
nell’intervallo tra un viaggio a Dubai
ed uno scalo a Malpensa. Parla di milioni di euro come fossero
noccioline. Insiste “le mie credenziali bancarie le ho consegnate al
rappresentante della proprietà, i
Matarrese”.
L’articolo di
Repubblica: <E non
capisce perché gli si possa chiedere di presentarsi e far capire che
cosa c’è dietro gli occhiali griffati ed una faccia da ragioniere.
Marco Vedeo
si racconta “Sono un immobiliarista, da 14 anni abito a
Montecarlo. Ho una
moglie ed un figlio di cinque anni. Giro con una Audi A 6. Compro,
vendo. Un metro quadrato nel principato di
Monaco costa 70
mila euro. Fate voi i conti. Una squadra di calcio
può valere tre appartamenti di lusso..
…Il resto sono la passione per le belle macchine e per il
denaro…Tifa Savona,
la provincia dove ha sede il cuore e gli affari italiani di
famiglia, ramo rifiuti e servizi ecologici…Ho giocato a calcio –
prosegue Marco Vedeo
- , a livello amatoriale, nel Varazze.
A 14 anni ho cambiato, sono passato al motocross>.
E ancora da
Repubblica: <Marco
lavora col padre, Giancarlo,
console onorario della Costa d’Avorio.
Presa e mollata la carica di consigliere in una finanziaria del
Lussemburgo, si chiama Lavajet srl
e Ramognino srl.
La prima è quella che gli consente di andare nel
Dubai, per siglare
accordi e firmare contratti per la spazzatura. La seconda, sedi tra
Genova e
Varazze,
gestisce le discariche di una manciata di comuni del Savonese. Un
vecchio socio, il costruttore Pietro
Pesce, nel 2005 ….con
Gianpiero Fiorani…ex
patron del
Banco di Lodi….Storie
antiche che non andrebbero nemmeno sfiorate – ammonisce
Vedeo jr – con la
Spa di quel signor non abbiamo rapporti da sette anni>.
Il papà, da personaggio
assai più “navigato” in quanto ad esperienze di vita e di politica,
lui preferiva far la corte all’allora gruppo di
Paolo Emilio Taviani,
ovvero Secondo Olimpio.
E le sue tappe domenicali erano in quel di
Bardineto. Da anni
il potere ha cambiato colore e personaggi, il lungimirante
Giancarlo, il
patriarca buono di Varazze, benemerito checchè se ne dica, si è
adeguato in punta di piedi e con gran fiuto.
L.Cor.
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