![]() Michele Del Gaudio | SAVONA – Trucioli Savonesi ha incontrato, a Savona, Michele Del Gaudio, l’ex giudice titolare dell’inchiesta più clamorosa e discussa della storia savonese.
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In quell’occasione c’era l’assessore provinciale Carla Siri. Ho rivisto con piacere il giornalista Marcello Zinola ed altri carissimi amici come Vladimiro Noberasco, Bruno Marengo, Davide Pesce, Marinella ed Emanuele Varaldo, Franco Astengo, l’ex collega Giovanni Zerilli tra i migliori amici e tra le persone che mi sono state più vicine nei momenti difficili. Non posso non citare Gennaro Avolio, Giuseppe Iovino e Marisa Petrella, vedova del compianto collega Tonino Petrella.
Del Gaudio – Nessun segreto, volentieri. Qui a Savona vive la mia prima moglie, Luciana, che è rimasta, direi, la migliore amica. Dopo ho conosciuto quella che è diventata mia moglie, Maria con la quale stiamo crescendo un figlio meraviglioso, Luca di 11 anni e mezzo. Luciana e Maria si conoscono e si stimano. Vivo con Maria a Torre Annunziata; dedico tre giorni in settimana alla scuola…tre giorni al sociale… Luciana si è risposata con Vittorio Frascherelli, giudice stimatissimo. Dottor Del Gaudio, cosa non rifarebbe da giudice “ragazzino”, titolare dell’inchiesta su Teardo e C, che ha precorso la grande stagione di “mani pulite”, quella che scosse il savonese, la Liguria e l’Italia, con molti arresti “eccellenti”? Col senno del poi avrei arrestato qualche persona in meno. Ricordo però che all’epoca non c’era la “cultura diffusa” degli arresti domiciliari, di tutte quelle garanzie propagatesi negli anni…Direi che la scelta era tra il carcere o restare in libertà. Ed il contesto su cui indagavamo faceva emergere fatti da grave allarme sociale…si pensi agli attentati ai cantieri di aziende che pagavano tangenti. |
![]() Paolo Caviglia | Possiamo azzardare un nome, Paolo Caviglia, ex deputato, ex presidente della Camera di Commercio, oggi vice sindaco di Savona, visto l’esito finale, assolto, con un piccolo dubbio per un reato minore.., era proprio necessario sbatterlo in carcere (prima in Sardegna, in un penitenziario di massima sicurezza, poi a Sanremo), con esperienze umane che lasciano davvero il segno ?… |
E l’accusa, non confermata, dell’associazione mafiosa a carico dei maggiori imputati?
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![]() Gianni De Michelis | La cosiddetta Teardo-bis, con decine di imputati, finita in una “bolla di sapone” per dirla in linguaggio popolare.., Che idea si è fatto? Era veramente “aria fritta”, con reati in via di prescrizione…Può finalmente rivelarci quali erano le piste indiziarie che portavano a Craxi, De Michelis, ma anche Andreotti di cui non si è mai parlato? Spero di non essere frainteso. Qui possiamo solo parlare di attività indiziaria. C’erano sicuramente elementi e mi pare di averlo scritto, per seguire le “piste” di Craxi e De Michelis. |
Il sodale, l’anello di congiunzione era Mach di Palmstein, negli anni latitante come lo fu lo stesso Craxi… Bisognava, naturalmente, scavare, approfondire. Ripeto, era un problema indiziario. Per Giulio Andreotti, e forse ne parlo per la prima volta…esisteva il filone della Iacorossi (gestione calore di edifici pubblici). Fonti riservate, dunque meritevoli di essere verificate, indicavano la pista Andreotti. Mi spiego, l’azienda era sponsorizzata…Quelli erano i filoni nazionali che lasciammo in eredità ai successori.
A livello locale, savonese, c’era l’ira di Teardo e di alcuni amici, perché il Pci restò escluso, con la sola eccezione del sindaco di Borghetto S. Spirito, Pierluigi Bovio, arrestato e poi assolto con formula piena, neppure l’insufficienza di prove…
Lo ripeto per quanti non seguirono quelle vicende. Io e Granero lasciammo Savona in segno di protesta…. Fummo lasciati quasi soli ed era facile intuirne le ragioni…Ricordo, con rammarico, che il giovane collega Emilio Gatti prese assai male quel nostro abbandono. Sul piano umano posso capirlo. Confermo, invece, che sono rimasto deluso dal collega Maurizio Picozzi. Ricordo che, con Granero, ci eravamo recati, mi pare a Chiavari, dove prestava servizio, per esortarlo a trasferirsi a Savona. Disse di no, poi cambiò tutto. Ci ripensò. Non sono mai riuscito a spiegarmi…Non sappiamo se sul piano giudiziario la Teardo-bis avrebbe dato altri risultati, occorreva dedicarci tempo ed energie, non so francamente cosa sia stato fatto in questo senso. Parto, comunque, dalla perfetta buona fede di Picozzi ed Emilio Gatti. Anche se resto del parere che un’attività investigativa approfondita andava fatta. Ripeto, i filoni nazionali portavano a Craxi-De Michelis-Andreotti.
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![]() Francantonio Granero | Lasciata Savona, quali echi ha avuto negli anni sullo stato di “salute” del palazzo di giustizia…sono accadute tante cose, in fretta dimenticate…Oggi c’è molta attesa, speranza, per il ritorno di Granero.
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Direi ottimi, sia livello nazionale, sia provinciale. Ricordo, con stima Carlo Giacobbe, Sergio Tartarolo, Maura Camoirano. Non ho avuto occasione di conoscere Claudio Burlando, Carlo Ruggeri, Massimo Zunino… E gli avvocati che più ha stimato?
Ricordo l’ottimo rapporto con Renzo Ratti,
Tito Signorile, Giuseppe Aglietto. Antonio Di Maggio era il più “collaborativo”…Ricordo il compianto Vittorio Chiusano che tornai ad incontrare quando ero in Corte d’appello a Salerno. Mi venne incontro, abbracciandomi. Era stato uno dei difensori di Teardo. Mi rivolse parole che non si dimenticano, fui felice ed onorato… In genere con i legali del processo c’era un rapporto di correttezza, con qualche rara eccezione.
In riferimento alla mia attività parlamentare, ovviamente. Nella prima fase ricordo che furono piuttosto tesi. Lo spiego, da giudice del lavoro avevo avuto esperienze in cui il sindacato parteggiava oltre ogni limite ragionevole per troppe persone che avrebbero dovuto essere espulse prima di tutto proprio dal sindacato.
Per Berrino non so nulla, se non per sentito dire. Le mie conclusioni, nella vicenda che lo riguardava, lo adirarono, ma feci con grande scrupolo il mio dovere, a prescindere da…e proseguendo l’ottimo lavoro di Vincenzo Ferro.
Malissimo, a livello sociale vivo da depresso, a livello individuale sono felice. Sulla giustizia bisogna distinguere. La Procura antimafia con l’amico Franco Roberti è eccezionale, lavorano moltissimo e bene. I problemi della giustizia napoletana, secondo la mia visuale, sono a monte. Vedo insomma una magistratura superiore, non intesa come casta, ad altri gangli dello stato, delle istituzioni. Conosco i colleghi dell’antimafia che operano a Santa Maria Capua Vetere, anch’essi persone di valore, animati da grande impegno.
Non ho dubbi, Savona. Qui ho trovato e trovo molti valori, stimoli veri. Ad iniziare dalla cultura.
Non discuto il ruolo dei giornali, dico che da parlamentare savonese il punto di svolta, per quanto mi riguardò, fu proprio quella triste vicenda. Fui rimproverato dai potentati locali del partito; non avrei dovuto arrivare alla denuncia penale verso i Martino, padre e figlio. Avrei dovuto affrontare il caso il “sede politica” e non giudiziaria. Ho letto, l’articolo di Uomini Liberi sull’assessore Luca Martino, ma si è taciuta la condanna-patteggiata ad un anno e qualche mese di reclusione"per calunnia" . Patteggiamento non significa assoluzione, ma riconoscimento…
Di quella vicenda non so nulla, non ero più a Savona.
Luciano Corrado
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