TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
PIANIFICARE =PROGETTARE UNA CITTA’ DA
….. SUBITO!!!
I PIANI URBANISTICI DI SAVONA ED ALBISOLA
I Piani Regolatori, oggi sinteticamente PUC, sembrano velivoli
difficili da far decollare. Se questo non accade in molte parti del
mondo, accade ormai inesorabilmente a Savona (dove peraltro non v’è
ancora un vero PUC) e alla vicina Albisola( dove il PUC non riesce
ad attuarsi).
Sembra, infatti, che queste due realtà geografiche siano legate,
ognuno a suo modo, da una pericolosa inerzia programmatoria che,
mentre impedisce il disegno della città nel suo insieme, lascia
indiscriminate voragini d’intervento a privati che ne sanno
indiscutibilmente cogliere gli appetibili aspetti economici.
Invece: disegnare la città, soprattutto per operare, diventa ormai
sempre più un’emergenza, perché significherebbe anche qui,
interessare tutti gli aspetti urbanistici funzionali alla vita dei
cittadini, compresi quei nodi urbani post-industriali lasciati
liberi non solo a livello fisico, ma anche programmatorio.
Ampi spazi di territorio che invece di essere oggetto, nel cambio di
destinazione d’uso, di decisioni razionali che fondate sulla
sussidiarietà, sulla sostenibilità, la semplificazione e l’efficacia
della procedura, affrontano nel suo insieme il territorio comunale,
sono lasciati, nella tacita omissione di decisione, come spazi dove
è permesso operare anche in
deroga o con eventuali variazioni di Piano.
In particolare
ad Albisola: la zona Gavarry, dove la fabbrica sarà presto dismessa,
la zona industriale lungo il Sansobbia, dove la crisi gestionale fa
presagire un futuro tutt’altro che roseo, per fare importanti
esempi, ma anche tutte le aree post-industriali a Savona, non escono
da una concertazione pianificatoria di Piani Comunali, che peraltro
non hanno ancora visto la fine del loro iter, ma sono “procedure” a
se stanti, esempi solo di “cattiva urbanistica”.
NON E’ CHIARO
il progetto di sviluppo delle due città, né se le due città siano
parte di un unico progetto dove ancora una volta Savona “fagocita”
Albisola facendone la sua periferia dormitorio, ma quel che è
peggio: non sappiamo neanche se
questo progetto esista davvero!!
NON E’ CHIARO
se chi amministra le due città abbia la percezione che mentre i
Piani Programmatori sono indiscutibilmente pubblici strumenti di
tutela del territorio, sono anche eccezionali occasioni per
ridisegnare le città, sia a livello infrastrutturale (e Dio sa
quanto ce ne sarebbe bisogno!) che a livello socio-economico, senza
trascurare la riqualificazione architettonica e i nuovi interventi.
PIANIFICARE ALBISOLA
Quali sono gli obiettivi prefissati nel ridisegnare Albisola del
futuro?
Quali scenari sta percorrendo l’Amministrazione?
Nella crisi delle aziende del territorio, sembra essere, non solo la
perdita di un’identità territoriale cui bisognerebbe saper far
fronte, ma solo la percezione di appetibili spazi “interstiziali”
edificatori.
Da decenni, ad Albisola non si prendono decisioni realmente
condivise; non si fanno scelte, intrappolati da strumenti
Urbanistici che sembrano non decollare mai.
Un’immobilità pericolosa e utile solo a lasciare vuoti
controproducenti.
La vicina Savona, però, fa scuola con la sua edificazione massiccia
a uso esclusivamente residenziale e privato, i cambi disinvolti di
destinazione d’uso che sembrano coinvolgere anche importanti palazzi
del centro (… Palazzo Santa Chiara !!) .
La vicina Savona suggerisce i criteri !!
Le scelte a medio e lungo termine sembrano non essere mai state sul
tavolo, mentre si affronta il territorio come elemento continuo di
contrattazione infinita, contrariamente a quanto detta lo spirito
programmatorio.
Qualsiasi cittadino oggi è libero di chiedersi: quale livello di
sviluppo socio-economico si pensa per Albisola; quali progetti di
qualità urbana e ambientale si privilegeranno; quali saranno i
livelli di attuabilità e soprattutto:
quali i tempi?
Sono proprio i tempi dell’attuazione operativa e l’incapacità di
prendere decisioni autonome a lasciare spazi decisionali a poteri
economici privati che operano solo in base ai loro profitti.
Lo scopo attuativo della pianificazione non riesce più a essere un
meccanismo analitico e partecipativo, ma diventa il vero impedimento
agli obiettivi che dovrebbe prefissarsi.
Un po’ più di saggezza
non guasterebbe, nella convinzione di portare a casa risultati dove
le sinergie tra pubblico e privato siano veramente occasione di
vantaggio per la città tutta!
Un po’ più d’immaginazione
per vedere il futuro della città che si amministra, facendo tesoro
degli errori e delle esperienze del passato, mettendo a fuoco quali
siano i progetti strategici e poi realizzarli veramente!
Non si può perdere altro tempo, per lasciarlo a controproducenti
contrattazioni.
Bisogna agire, utilizzando la programmazione esistente e non perdere
altro tempo prezioso e soprattutto ulteriori, pericolosi, spazi
decisionali.
Fuori articolo.
Sul secolo XIX del 2 maggio 2008 un articolo di G:Vaccaro riportava
la volontà da parte del sindaco di Albisola Superiore di attuare il
progetto di riqualificazione del piazzale della stazione
ferroviaria. Sono felice di questa decisione che vede il
concretizzarsi di un’iniziativa da me promossa, anni fa,in qualità
di assessore alla cultura, in un concorso di idee per la
realizzazione di un parco archeologico, che era il tema del concorso
urbanistico.
Anche in fase di contrattazione per l’attuazione di questo progetto,
spero, quindi, che non sia svilito
questo sostanziale obiettivo per lasciare lo spazio ad altre
operazioni non contemplate dallo stesso.
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